LE SIRENE, e le mille leggende su di esse....

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Noelle94pich
icon2  view post Posted on 6/4/2008, 11:24




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L’origine delle sirene è antichissima.
Già nella mitologia ellenica le sirene erano creature incantatrici che attiravano con i loro irresistibili canti i malcapitati marinai verso le sponde, facendoli naufragare (vedi la leggenda dell’Ulisse di Omero), oppure erano identificate come mostri con un corpo di uccello e una testa di donna (nelle storie degli Argonauti). Famose erano le sirene che abitavano le coste della Magna Grecia: Partenope (che diede il nome all’antica città di Napoli), Ligea e Leucosia.

Nella tradizione europea dal medioevo in poi (dalla descrizione che troviamo nel “Liber Monstrum”, assumono le sembianze di meravigliose creature metà pesce e metà donna, e diventano creature buone, dolci e leggiadre, perdendo la primitiva connotazione malvagia.

Tutti i popoli costieri conoscono almeno una sirena, una creatura che li assiste lungo i viaggi per mare e nei momenti più brutti del lavoro di pescatori. La figura della sirena compare in molti bestiari medievali, accanto ad altre creature fantastiche come i draghi e gli unicorni. Secondo alcune leggende nordiche le sirene possono cambiare sembianze a contatto con la terra ferma, trasformando le pinne della coda in gambe e assumendo di nuovo fattezze ittiche al contatto con l'acqua.

Molte fiabe raccontano di sirene che vogliono diventare umane a tutti gli effetti, con gambe e braccia al posto della coda e delle pinne. La favola di Andersen, ripresa da Disney nel cartone animato del 1989 “La Sirenetta”, ha fatto della protagonista la più famosa delle sirene di tutti i tempi, un fanciulla graziosa ed innamorata della vita terrestre (e di un bel marinaio).

STORIE DI SIRENE....

La Legenda del Pescatore e della Ragazza che divenne Sirena

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Sulla costa della nostra penisola viveva una coppia di giovani innamorati: Rosa e Giuseppe.
Giuseppe un giorno non ritornò dalla pesca e Rosa era molto preoccupata; uscì dunque a cercarlo, ma scivolò e cadde in mare.
Ad un tratto udì strane voci: un gruppo di sirene nuotava verso di lei e in un attimo la tramutarono in sirena. Fecero così per gelosia: si erano infatti invaghite del pescatore il quale, pur essendo incuriosito dal loro aspetto ed ammaliato dal loro canto, non poteva certo amarle: nessuna donna era per lui meravigliosa quanto Rosa.

Intanto lei, trasformata in sirena, si sentiva triste ed infelice; il suo nuovo corpo, simile a quello di un pesce dalla vita in giù, non le piaceva affatto e se ne vergognava. Per questa ragione, le altre sirene la canzonavano continuamente, facendola vergognare ancora di più.
L'unica cosa che Rosa apprezzava del proprio stato era la voce, persino più incantevole di quella delle altre sirene e così delicatamente dolce.
Ma, proprio a causa di quella bellissima voce, le altre presero ad invidiarla...
Accadde che un giorno, mentre Rosa cantava la sua più bella melodia, le sirene invidiose le fecero una magia: ogni volta che avesse cantato, da allora in poi, sarebbe diventata un po' più animale e un po' meno umana. Se poi avesse continuato abbastanza a lungo, alla fine si sarebbe tramutata in un pesce verde.
Rosa, tuttavia, non se la sentiva di rinunciare a quell'unica consolazione e non si curava molto di questa magia. "Quando sarò diventata un pesce non potrò più pensare" - si diceva - "così eviterò di sentirmi infelice".
Continuò a cantare incurante del fatto che, ogni volta, la trasformazione del suo corpo in quello di un pesce procedeva un pochino di più.
Ma un giorno, mentre cantava seduta su uno scoglio - ormai più pesce che umana benché ancora dotata di ragione, dato che la metamorfosi ancora non era arrivata alla testa - vide Giuseppe su una barca carica di gioielli. Il pescatore aveva trovato quel tesoro su un'isola deserta ed aveva deciso di donarlo ad una nave mercantile dato che, avendo perso Rosa, null'altro gli interessava.
Appena lo riconobbe, Rosa si tuffò in mare e, avviconatasi all'imbarcazione, gli disse : "Giuseppe, se darai quei gioielli alle sirene, mi lasceranno libera di venire con te".
Giuseppe, che a stento la riconobbe, quando si accorse che quello strano animale era Rosa, si precipitò dalle sirene e donò loro tutto quel magnifico tesoro.
Le sirene, allora, lasciarono libera Rosa la quale, appena salì sulla barca, tornò alla propria originaria bellezza.

La Sirena Innamorata
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Secondo le vecchie leggende irlandesi le sirene portano sfortuna se i marinai le incontrano in alto mare, in tal caso verranno delle brutte tempeste o succederà comunque qualcosa di male.
C'è al riguardo una vecchia e curiosa leggenda irlandese:
C'era una volta una nave in viaggio per l'America e fu avvistata una sirena che la seguiva.
Dopo breve tempo venne una tempesta e il capitano disse:
"Questa sirena si deve essere innamorata di un marinaio dell'equipaggio, per questo ci segue; se sapessimo chi è potremmo darglielo e salvare le nostre vite."
Così, tirarono a sorte, e venne estratto il nome di un uomo ma il capitano si sentì dispiaciuto per lui e disse che gli avrebbe dato un'altra possibilità.
Il giorno dopo la sirena li seguiva ancora, aveva un aria tristissima poiché le negavano il desiderio del suo cuore e la tempesta era ancora più forte e il vento ululava come il lamento di un anima in pena.
Allora tirarono di nuovo a sorte e venne estratto il nome dello stesso uomo.
Ma il capitano disse che gli avrebbe dato una terza possibilità.
Tuttavia il terzo giorno venne estratto ancora il suo nome.
Quando i suoi compagni lo stavano per buttare infine nelle acque ruggenti lui disse: "lasciatemi solo per un po'", andò alla poppa della nave e cominciò a cantare una semplice canzone popolare irlandese ma così bella e armoniosa era la sua voce che la sirena ne rimase incantata e mentre lui cantava lei assunse un espressione assorta e malinconica ed anche il mare si calmò con lei.
Così il marinaio continuò a cantare e a cantare mettendo nel canto tutta la sua anima finché la nave giunse in America. Ma il marinaio da allora non cantò più.

La Giovane Sirena
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Sirena, la leggendaria sirena di Guam, era un tempo una giovane ragazza che viveva nella regione di Agana vicino al fiume Minondo dove fresche acque di sorgente che dividono la città di Agana incontrano l'oceano alla foce del fiume.
Amava molto l'acqua ed era solita andare a nuotare nel fiume ogni volta che poteva rubare un momento dai suoi doveri per soddisfare la sua più grande passione.
Un giorno fatale, la mamma di Sirena la mandò a prendere gusci di noci di cocco da usare al posto del carbone per la stufa.
Sirena però, dimentica dell'ora e dei suoi doveri, non poté resistere alla tentazione delle fresche acque del fiume.
Là nuotò a lungo, mentre la sua mamma la chiamava con impazienza.
La madrina di Sirena si trovava per caso a visitare quel posto, e mentre la madre di Sirena adirata con lei la malediceva con queste parole: "Siccome ami l'acqua più di ogni altra cosa, allora dovresti diventare un pesce" la madrina subito disse: "Rimanga però umana la parte di te che mi appartiene".
Sirena non tornò mai più a casa, perché avvertendo una strana sensazione mentre nuotava, scoprì presto che dalla vita in giù era diventata in parte pesce.
Sua madre, pentitasi della sua maledizione, non poté però disfarla.
Sirena, dicendo addio ai suoi cari, nuotò fin nell'oceano Pacifico. Dalla sua sparizione i marinai hanno testimoniato di averla vista in diverse parti del mondo. Un marinaio dice di averla vista prendere il sole su uno scoglio di un isoletta oceanica. Secondo la leggenda, potrebbe essere catturata solo con una rete di capelli umani.

SE VI PIACCIONO NE POSSO METTERE MOLTE ALTRE XDXDXD





 
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~Radar Boy™~
view post Posted on 6/4/2008, 11:45




Wow O_O non lo sapevo! quante belle informazioni xD grazie mille ^O^
 
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view post Posted on 6/4/2008, 12:20
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adoro le sirene ** grazie
 
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Noelle94pich
view post Posted on 6/4/2008, 12:23




prego.....quando ho tempo ne metto altre...c'è ne ho una marea!!!!!!
 
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Noelle94pich
view post Posted on 6/4/2008, 18:11




ecco continuo....

LA SIRENETTA
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Un pescatore era andato a pescare sul lago con la sua rete a strascico in una notte di luna piena.
Sentì la sua rete divenire pesante e riuscì a tirarla su solo con difficoltà:
Quando la luna sbucò dalle nuvole vide che aveva catturato una sirenetta.
A guardarla sembrava una creatura gentile e di meravigliosa bellezza.
Aveva udito dai vecchi del villaggio che queste sirenette di lago venivano su dalle loro fresche case sottomarine una volta ogni cento anni, per ammirare la luna e per crescere.
Siccome quella che vedeva sembrava circa della grandezza di una ragazzina di 12 anni l'uomo non poté immaginare di che antica età fosse veramente.
Le parlò perché non ne era affatto spaventato e gli sembrò che lo pregasse di lasciarla andare ma la sua lingua gli suonava come il rumore del vento nel canneto lacustre.
Sembrava una creatura tanto graziosa e delicata che in un primo momento il pescatore ne ebbe pietà e pensò di liberarla subito per non farla soffrire ma poi si disse che doveva prima almeno mostrarla ai suoi figli ed infine il suo pensiero andò ai ricchi che vivevano nel castello e a quanti soldi gli avrebbero dato per poterla mostrare nei loro acquari.
Allora il suo cuore si indurì ed iniziò a remare verso riva.
La sirenetta stese un braccio fuori dalla rete ed indicò con aria desolata più e più volte la luna che stava impallidendo nel cielo, poi gli mise una mano sul braccio...
"Come fredda spuma era il suo tocco" raccontò in seguito il pescatore; ma sembrò che il suo calore umano la ferisse perché subito si ritrasse e si rannicchiò nel fondo della barca coprendosi coi suoi lunghi capelli verdi.
Il pescatore temeva che la luce del giorno potesse essere troppo forte per lei e la coprì con alghe umide.
Il sole era sorto quando la barca arrivò a riva.
Allora l'uomo portò la barca sulla spiaggia e levò via le alghe con le quali aveva coperto la sirenetta.
Ma la rete era vuota, non restava altro di lei che una macchia umida.
Il braccio del pescatore che lei gli aveva toccato gli rimase freddo come il ghiaccio per tutto il resto della vita niente poté più scaldarlo.

LA SIRENA DEL LAGO:
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Al tempo in cui non c'era altro nell' Harz che foresta vergine, un cavaliere vi andò per cacciare.
Prima di potersi orientare bene, perse la strada, e vagò nella foresta per lunghi giorni senza riuscire a ritrovare il cammino.
Finalmente arrivò ad un meraviglioso castello situato in un campo molto vasto e circondato dall'acqua.
Un sentiero portava ad un ponticello, che era stato chiuso.
Allora il cavaliere chiamò; fischiò; aspettò.
Ma non udì niente dall'interno.
Era come se il castello fosse abbandonato.
"Aspetta" pensò. "Il castello non può essere vuoto. Qualcuno certo verrà tra poco. Mi siederò qui e aspetterò finché qualcuno arriverà." Così si sedette e aspettò ma il castello rimase silenzioso. Alla fine perse la pazienza e proprio mentre era sul punto di andarsene vide una bellissima ragazza emergere dalla foresta e camminare verso il ponte.
"Aspetta," pensò. "Lei certo conosce questo posto, infatti sta per entrarvi." E questo fu ciò che avvenne.
Quando fu a pochi passi da lui, le parlò, dicendole che aveva perso la strada nella foresta dell' Harz, che vi aveva vagato per otto lunghi giorni e che desiderava finalmente riposare sotto un tetto.
Era rimasto lì per tre ore chiedendo il permesso di entrare ma nessuno gli si era mostrato o si era fatto sentire. Quindi, le chiedeva se sarebbe stata tanto gentile da chiedere di farlo entrare nel castello.
Lei disse che non sarebbe stato affatto necessario, poteva entrare con lei dato che era la padrona del castello.
Detto questo premette una pietra posta davanti al ponticello che immediatamente discese permettendo il passaggio.
Poi prese una grande chiave ed aprì il cancello. Insieme attraversarono un grande cortile ed entrarono nel castello.
Portò il cavaliere in una bella stanza riccamente arredata e gli disse di mettersi comodo. Gli disse inoltre che prima di ogni altra cosa, voleva andare a preparargli una cena adeguata. Certo aveva bisogno di qualcosa di caldo da mettere sotto i denti, gli disse, aggiungendo che anche lei aveva fame. Siccome non aveva servitori, avrebbe dovuto occuparsi di tutto lei stessa.
Detto questo lasciò la stanza. Poco tempo dopo ritornò con un arrosto dall'aspetto veramente appetitoso, dei dolci e molte altre cose deliziose. Apparecchiò la tavola e lo invitò a servirsi liberamente. Il cavaliere non ebbe bisogno di farselo ripetere due volte.
Dopo aver finito di mangiare si sedettero l'uno di fronte all'altra intraprendendo una piacevole conversazione. Alla fine il cavaliere le disse che si sentiva molto dispiaciuto per lei perché viveva in quel posto tutta sola osservando che il tempo non le doveva passare mai senza alcuna distrazione e divertimento.
"Oh no," lei disse."Il tempo non passa affatto lentamente per me e qui ho dei divertimenti davvero eccitanti e piacevoli!"
Il cavaliere non capì come ciò fosse possibile ma poiché la fanciulla non volle aggiungere altro gli sembrò scortese insistere. Però le disse che se le avesse fatto piacere sarebbe comunque rimasto con lei qualche giorno per farle compagnia. La ragazza gli rispose che ne sarebbe stata felice. L'ospite rimase uno, due, tre giorni e finirono col trovarsi così bene l'uno con l'altra che alla fine il cavaliere le chiese di diventare sua moglie.
Lei gli rispose che ne sarebbe stata veramente felice e che sarebbe stata sua per sempre, a condizione però che lui le concedesse ogni venerdì la libertà di andarsene dove lei avesse voluto senza mai tentare di seguirla o anche solo di indagare dove fosse andata né cosa avesse fatto in quel giorno.
Al cavaliere naturalmente questa condizione non piacque affatto ma quella ragazza era per lui così incantevole e aveva su di lui un fascino talmente intenso e profondo che pur di averla avrebbe accettato qualsiasi cosa.
Questo dunque lui le concesse e così si sposarono.
Vissero assieme molto tempo e molto si amarono. Ebbero anche dei bei figlioli e nulla mancava alla loro felicità.
Ma un giorno venne al castello uno strano cavaliere e gli fu dato alloggio. Era un venerdì ed il cavaliere chiese come mai la signora del castello non si facesse vedere; il padrone gli rispose che sua moglie non era mai in casa di venerdì e gli raccontò della sua promessa e come in osservanza a tale promessa non l'avesse mai cercata in quel giorno.
Allora lo strano cavaliere osservò che nessuna moglie si sarebbe mai comportata in quel modo e insinuò pur senza affermarlo direttamente che nessun marito avrebbe mai potuto accettare un simile patto.
Da questa conversazione il padrone del castello ne fu così scosso da decidere di fare subito ciò che in cuor suo sapeva avrebbe finito per fare prima o poi ma aveva sempre rimandato: andò immediatamente alla ricerca di sua moglie.
A lungo, molto a lungo la cercò nella foresta ma senza alcun esito e al far della sera stava per ritornarsene inquieto e scoraggiato al castello quando in lontananza sentì come un canto armonioso...
Seguendolo arrivò ad un piccolo laghetto che non aveva mai visto, ed era assai strano poiché era convinto di conoscere ormai bene la foresta intorno al castello.
Nel laghetto c'era sua moglie che stava nuotando assieme ad alcune ragazze che non aveva mai visto.
Giocavano e cantavano nell'acqua e sembravano divertirsi moltissimo, ma osservandole meglio si rese conto all'improvviso con un tuffo al cuore che tutte, ma proprio tutte, sua moglie compresa, erano solo in parte umane poiché al posto dei fianchi e delle gambe avevano una lunga coda di pesce.
Quando la fanciulla del lago vide suo marito non gli parlò affatto limitandosi a fissarlo lungamente con uno sguardo serio e tristissimo, poi si tuffò con le altre sirene.
Il signore del castello per la fortissima emozione perse i sensi.
Quando rinvenne il lago non c'era più.

LA PRINCIPESSA SIRENA:
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Tanto tempo fa In un bellissimo castello viveva una principessa.
Il suo castello era ricco e sontuoso con degli affreschi incantevoli e meravigliosi che raffiguravano ogni sorta di creature fantastiche e mitologiche: c’erano centauri, satiri, ninfe, sirene così squisitamente dipinti da sembrare vivi e reali.
La principessa almeno all’apparenza era tranquilla e riflessiva.
Come nelle favole aveva la pelle liscia e bella come i petali delle rose di maggio, gli occhi azzurri come il fondo del mare e dei piedini piccoli e graziosi come Cenerentola.
Ma non era la solita principessa delle favole; in fondo al cuore, anche se non l’avrebbe mai ammesso nemmeno a sé stessa, lei odiava il castello squallidamente meraviglioso in cui viveva e tutte le convenzioni, le pompe e le etichette a cui doveva sempre sottostare, odiava il principe bello ma banale che avrebbe dovuto sposare per ragion di stato, odiava babbo re e mamma regina quando le facevano notare quanto doveva essere felice e soddisfatta per tutto ciò che aveva e avrebbe avuto in futuro.
Ma al di sopra di tutto e di tutti la nostra dolce principessina si odiava, odiava sé stessa perché sapeva che avrebbe sempre subito tutto ciò senza mai ribellarsi.
Aveva infatti un cuore ribelle e selvaggio e tuttavia, forse anche perché era stata troppo viziata, era di carattere debole.
Quindi si limitava a cercare la libertà solo fuggendo nei suoi sogni invece di lottare per averne almeno un po’ nella realtà.
Una notte di plenilunio si svegliò di soprassalto da sogni strani e vagamente inquietanti che tuttavia riusciva a ricordare solo vagamente e ancora nel dormiveglia le parve di udire un canto sommesso ma dolcissimo.
Si affacciò alla finestra della torre che dava sul mare e non molto lontano le parve di vedere su una piccola spiaggia un gruppetto di ragazzi e ragazze tutti completamente nudi che danzavano e cantavano in maniera così aggraziata e selvaggia allo stesso tempo che ne rimase profondamente turbata.
Così, per vedere meglio, si sporse un po’ dalla finestra ma i ragazzi sembrarono vederla e subito fuggirono tutti tuffandosi nel mare oscuro.
Poiché nessuno riapparve dalle onde lei pensò di aver avuto una allucinazione, causata magari dalla sua fervida fantasia.
La mattina dopo si convinse di averli solamente sognati.
I giorni successivi comunque non ebbe nemmeno il tempo di ripensarci, fervevano i preparativi per il suo matrimonio imminente e lei si sentiva del tutto rassegnata a quello che le appariva il suo dovere e destino.
Si era spinta persino a sorridere piacevolmente al principe, il quale ne fu profondamente felice dato che la felicità, a volte, è l’incapacità di vedere al fondo delle cose.
La notte prima del giorno del matrimonio, però, non riuscì assolutamente a prendere sonno tanto si sentiva inquieta ed infelice; una parte di lei voleva disperatamente fuggire, fuggire da tutto, da tutti e per sempre.
Si avvicinò alla finestra della torre pensando vagamente di buttarsi di sotto ma sapendo allo stesso tempo benissimo che anche il suo suicidio l’avrebbe solamente sognato.
Sarebbe stata una brava principessa alla fine, pensò mestamente.
Fu allora che vide di nuovo (Oh, si, questa volta ne era certa!) i ragazzi e le ragazze che come l’altra volta, danzavano nudi sulla spiaggetta.
Ma questa volta il loro canto non era sommesso ma si faceva di momento in momento più forte e esultante: un inno alla libertà e alla gioia.
La principessa ascoltandolo ne rimase rapita.
Fu allora che una ragazza della spiaggetta le fece un saluto con la mano ma più che un saluto sembrava un esplicito invito.
La principessa si sentiva come preda di un incantesimo a cui non poteva in alcun modo resistere, allora si spogliò completamente, aprì la porta della sua camera e discese la scalinata della torre mentre le prime luci dell’alba rischiaravano il castello.

Arrivata di sotto incontrò il ciambellano di corte, quello più ligio ad ogni regola e etichetta, comprese quelle più bizzarre e stupide.
Vedendola andare in giro tutta nuda, invece di scandalizzarsi a morte, le sorrise con ammirazione dicendole che avrebbe dovuto stare sempre così, poiché qualsiasi abito non poteva che offuscare la sua naturale bellezza.
Un bel complimento davvero!
Ma certo se non fosse rimasto anche lui incantato da quell’armonia irresistibile avrebbe fatto ben altri commenti!
E fu così che la principessa attraversò tutto il paese; la gente, quella almeno che non era troppo presa dall’incantesimo per notarla, si limitava in genere a farle qualche complimento gentile, sul tipo di come fosse carina e graziosa al naturale la loro principessa, quando invece in altri paesi c’erano certe principotte così rozze ma così rozze che anche coi vestiti più belli e più ricchi facevano venir voglia di girarsi da un’altra parte!
I bambini poi la seguivano allegramente e i più piccini curiosi la segnavano a dito.
Dopo una bella camminata la principessa giunse infine alla piccola spiaggia e felice si unì alla danza cantando come meglio poteva ed anche se non riusciva in alcun modo a rivaleggiare con quelle splendide voci non ne fu minimamente invidiosa.
E mentre danzavano e cantavano ad ogni giro di danza si dirigevano tutti verso il mare.
Una ragazza, appoggiatasi ad uno scoglio per guardare la principessa, si bagnò appena le gambe che subito le si trasformarono in una graziosa coda che assomigliava vagamente a quella di un delfino.
Lo stesso accadde a tutti gli altri tritoni e sirene.
La principessa vi entrò per ultima ma a lei non successe proprio niente.
Allora un tritone le lanciò una pelle di pesce dai bellissimi colori iridescenti, questa sembrò prendere vita, si dimenò mentre le si attaccava addosso, poi ridivenne immobile coprendola totalmente dai fianchi in giù.
Ma dopo poco prese a fare dei movimenti strani e inquietanti: era come se le stesse divorando le gambe e parte dei fianchi; allora la principessa urlò e pianse ma più per la paura che per il dolore perché stranamente ne provava solo un poco.
E alla fine anche quella lieve sofferenza cessò.
Ora una coda lucente guizzava nel punto in cui erano state le gambe. La nuova sirena fissò stupita e meravigliata quella che da ora in poi sarebbe stata la sua coda, si accorse che molti del paese erano venuti sulla spiaggia, attratti dal coro meraviglioso e la stavano guardando, perciò si rassettò i capelli scompigliati e si lasciò ammirare, permise anche ad alcuni ragazzini curiosi di carezzarle la coda.
Poi si tuffò anche lei nelle onde del mare,inseguendo felice i suoi simili. Mentre nuotava sentì che qualcosa nella testa le si faceva leggero, leggero e ebbe appena il tempo di voltarsi un ultima volta verso lo splendido castello dove era vissuta fino ad allora prima di perdere definitivamente ogni ricordo della sua vita passata. Non ricordava nemmeno più di aver avuto un nome, ma anche se lo avesse ricordato non l’avrebbe più voluto, una sirena non può avere un nome che la leghi. E se ne andò nuotando verso la libertà.

SE VOLETE ANKORA INFORMAZIONI SU QST MERAVIGLIOSE CREATURE DITEMI....
 
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Pinkalus
view post Posted on 8/4/2008, 14:28




grazie per la seconda parte,lo letta tutta in un respiro X°°
 
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miscia_mia
view post Posted on 9/4/2008, 10:37




sono bellissime complimenti
 
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Glitterina95
view post Posted on 13/4/2008, 13:07




belliximixime...ba secondo voi le irene esistono??? secondo me al 100%...troopooo belle...!!!
e poi scusate questa domanda..xkè siamo in un sito sulle sirene, in fondo dobbiamo crederci!
 
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LucyaTheBest94
view post Posted on 25/4/2008, 07:48




ma le inventi tu???
 
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view post Posted on 25/4/2008, 21:28

formspring!

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Grazie 1000!
Sarebbe bello trasformarsi in una di loro!
A me piace tantissimo l'acqua soprattutto il mare!
 
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fan dei sonohra da sempre
view post Posted on 29/4/2008, 21:01




già sarebbe veramente magnifico .....
 
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Noelle94pich
view post Posted on 30/4/2008, 14:06




GRAZIE 100000000000000 A TT......cmq qst storie sn tt leggende apparte l'ultima ke me la sn invetata io....cmq io ci credo alle sirene....loro esisto!!!! cmq a me piacerebbe un kasino essere una sirena...uau!!!!

cmq se volete altre storie kiedete pure XDXDXD
 
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Cleo95
view post Posted on 4/5/2008, 19:06




ne metti altre?????????????????????? anche inventate da te perc he' sono magnifiche.secondo me le sirene esistano,vorrei essere tantooooooooooo una sirena
 
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Noelle94pich
view post Posted on 5/5/2008, 13:10




asp ke kiedo cs devo fare a mia cugina..XDXDXD
 
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miticissima95
view post Posted on 9/5/2008, 18:53




Bellissime: complimenti
 
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26 replies since 6/4/2008, 11:24   11292 views
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